AGCI, Confcooperative, Legacoop Romagna e le Organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL della Romagna hanno sottoscritto, lunedì 17 maggio, un protocollo d’intesa per la promozione congiunta e lo sviluppo dei Workers Buyout, riconoscendo in questo strumento una risposta importante per le crisi aziendali, la salvaguardia della occupazione e le problematiche di ricambio generazionale.
Il modello dei Workers Buyout
Il modello dei WBO cooperativi è alla base delle imprese ricreate e consente il recupero dei posti di lavoro, grazie alla creazione di una cooperativa d’impresa tra i dipendenti dell’azienda in crisi che ne rilevano l’attività, salvaguardando anche il know how professionale acquisito. E’ un fenomeno che nell’ultimo decennio ha visto un forte impegno della cooperazione in Romagna e ha portato alla costituzione di numerose cooperative come risposta a situazioni di crisi.
“L’accordo siglato prevede un’azione comune di sostegno al rilancio di aziende in crisi in ottica di salvaguardia dell’occupazione – dichiarano i rappresentanti delle centrali cooperative e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil – E’ un risultato importante, che evidenzia una serie di azioni concrete per favorire, ogni qualvolta sia possibile, un percorso WBO”.
Il protocollo d’intesa
L’accordo prevede che vengano individuati da entrambe le parti precisi referenti da formare, per costituire un osservatorio con il compito di svolgere periodicamente un’azione di monitoraggio delle crisi in atto nel territorio romagnolo anche al fine di individuare possibili casi di WBO che saranno poi oggetto di analisi di fattibilità. Tra le ulteriori attività previste c’è la produzione di materiale informativo per i lavoratori, la promozione di iniziative di sensibilizzazione e la di percorsi formativi.
“L’accordo per la Romagna segue quello già siglato a inizio anno a livello nazionale dai Sindacati confederali e Centrali cooperative – dichiarano AGCI Emilia Romagna, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna – e ci consente di rafforzare il nostro impegno sul territorio per salvaguardare il tessuto economico locale e offrire opportunità occupazioni attraverso il modello cooperativo”.
Le Centrali cooperative si assumono il ruolo di segreteria tecnica che sarà composta da due funzionari – Pierpaolo Baroni e Emiliano Galanti – e si impegnano a costruire il percorso necessario alla costituzione della cooperativa e all’accesso alle risorse finanziarie, strumenti di credito e di gara.
Le organizzazioni sindacali si impegnano a loro volta, secondo le regole organizzative di ogni Confederazione territoriale, a supportare i lavoratori nell’accesso alle misure di agevolazione previste dalla Legge Marcora e dai Decreti che disciplinano l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in via anticipata per l’avvio di una attività d’impresa.
CGIL CISL e UIL ritengono il workers buyout un importante strumento di politica attiva con la possibilità, attraverso il sostegno al modello di impresa cooperativa ed alla autoimprenditorialità dei lavoratori nella cooperazione, di salvaguardare posti di lavoro, obiettivo fondamentale soprattutto in una fase complicata come quella generata dalla pandemia con forti ripercussioni a livello sociale, economico ed occupazionale anche per il nostro territorio, oltre ad essere un ulteriore strumento a disposizione dei lavoratori coinvolti in situazioni di realtà produttive confiscate alla criminalità organizzata. Il “Workers buyout” o ” impresa rigenerata dai lavoratori” è una opportunità per lavoratori ed imprese, per concorrere al processo di coesione ed inclusione sociale di cui oggi il nostro territorio ha quanto mai bisogno. Questo può consentire non solo di non perdere posti di lavoro, ma anche di non disperdere le professionalità acquisite evitando così l’impoverimento del tessuto produttivo romagnolo, caratterizzato da importanti competenze e realtà produttive.
Potete leggere qui il Protocollo d’intesa