Presentato il Corso di Alta Formazione per il manager dell’impresa cooperativa
Presentato il corso di Alta Formazione dei AGCI Emilia Romagna pensato per i manager delle imprese sociali e delle imprese cooperative dell’Emilia Romagna.
Il corso MIC
Il corso di formazione è pensato come strumento per lo sviluppo e la promozione del sistema della cooperazione, che, secondo Emanuele Monaci, coordinatore del progetto e vicepresidente dell’AGCI Emilia Romagna, “deve guardare al futuro, alle opportunità che l’innovazione digitale apre al mondo delle imprese e alle sfide poste dalle trasformazioni del mondo del lavoro.
Per competere occorre innovare e per innovare occorre puntare sul capitale umano, vera leva strategica dello sviluppo delle persone e delle imprese nell’era del digitale”. La formazione è oggi al centro dell’Agenda governativa, e dalle competenze delle persone e dei lavoratori dipende la ripartenza del sistema paese, di cui le imprese cooperative e le imprese sociali sono. Asse portante.
Il percorso formativo è rivolto ai quadri e ai dirigenti delle imprese sociali e delle cooperative. È cofinanziato dalla regione Emilia Romagna con la finalità di promuovere e diffondere la cultura della cooperazione nel territorio. La progettazione è affidata ad un comitato tecnico scientifico presieduto dal Professor Flavio Delbono, al cui interno ci sono i responsabili delle aree del corso, i Professori Enrico Gragnoli e Valentina De Matteo.
I responsabili delle aree del corso
Delbono è Docente Ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, direttore del Master in economia della cooperazione di Unibo (MUEC) e, dal 2020, coordinatore della laurea triennale in “Economics and Finance”. A lui è anche affidata l’area economico aziendale del corso insieme al Prof. Marco Tieghi. Enrico Gragnoli è Professore ordinario di Diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Parma ed è avvocato in Modena. Esperto di società cooperative di produzione lavoro e molte pubblicazioni adattivo in materia di Diritto del lavoro.
Valentina De Matteo è senior advisor in innovazione e change management e PhD Fellow presso l’Advanced Design Unit dell’Università di Bologna. Giornalista pubblicista, editor, formatrice, business coach certificata in tecniche di idea generation, problem solving e sviluppo della creatività (design thinking e LEGO®Serious Play®).
Il corso è interattivo, si svolge in modalità e-learnig e Formazione a Distanza per favorire la massima accessibilità e partecipazione. Si rivolge anche ai professionisti che collaborano con le imprese cooperative e ai giovani che hanno progetti di nuova imprenditoria nell’ambito della cooperazione e dell’impresa sociale.
Video presentazione del Corso “Il Management dell’Impresa Cooperativa” – Prof. Flavio Delbono.
Il 31 marzo, salvo ripensamenti e rinvii ulteriori finirà il blocco dei licenziamenti, con effetti occupazionali che per molti dei commentatori avranno impatti gravi sul mercato del lavoro e sulla coesione sociale nei territori. Naturalmente non tutti i settori potrebbero essere colpiti in modo uguale, eppure si prevede che l’effetto pandemia abbia “bruciato” più di un milione dei posti di lavoro disponibili, e che il tasso di disoccupazione potrebbe alzarsi fino ad un preoccupante 14%, almeno secondo le stime più pessimistiche.
A pagare di più la crisi i settori del food e del turismo, e soprattutto le partite IVA. In pratica la crisi da Covid-19 accelera processi di crisi già ampiamente noti e visibili da tempo, in particolare dalla crisi economica del 2008.
Nel Mezzogiorno sono previste le ricadute più gravi dal punto di vista occupazionale: la crisi in atto va a sommarsi a situazioni locali già in difficoltà, Secondo uno studio della Fondazione Consulenti del Lavoro dal titolo “Secondo Rapporto di monitoraggio sulla crisi da Covid-19” e riguardante gli effetti della pandemia sul mondo del lavoro, nel Centro e nel Sud della penisola oltre un lavoratore su quattro rischia di perdere il proprio posto di lavoro.
Per fronteggiare l’emorragia di posti di lavoro si stanno pensando a nuove misure di politiche per il lavoro finanziate con il programma europeo React mettendo a disposizione, per l’anno 2021, 500 milioni di Euro, che serviranno a far partire il nuovo programma denominato Gol, acronimo di “garanzia di occupabilità dei lavoratori”, una sorta di “garanzia giovani”, ma per gli adulti disoccupati in cerca di un lavoro o per i lavoratori che un lavoro rischiano di perderlo.
Occorrerà un decreto interministeriale da emanare entro sessanta giorni, a ridosso dunque dello sblocco dei licenziamenti, nel quale dovranno essere precisati non solo i destinatari di Gol, ma anche il tipo di servizi e il flusso delle attività – che vanno dalla presa in carico fino alla ricerca intensiva di un lavoro.
Quello che si capisce leggendo la norma è che il ministero del Lavoro ha voluto varare una misura di politica attiva del lavoro nazionale, cercando di sostenere le regioni, che su questa materia hanno una competenza concorrente con lo Stato. Le stesse regioni sono chiamate a un’intesa con lo Stato sull’emanando decreto interministeriale: l’auspicio è che non facciano ostruzionismo per rivendicare un ruolo nella gestione delle risorse.