Un premio di 15mila euro per promuovere la nascita di imprese non agricole. Caselli: “Offriamo l’aiuto del Psr per creare nuova occupazione in aree a rischio di abbandono”
Dallo sviluppo di nuove tecnologie per l’uso sostenibile delle risorse naturali, alla produzione di energie rinnovabili ad alto grado di efficienza; dall’impiego dei droni per la rilevazione delle superfici boschive, alla messa a punto di sistemi automatici finalizzati al risparmio energetico per il controllo di impianti e macchinari. E ancora: dalla colorazione dei tessuti con sostanze naturali, all’apertura di laboratori artigianali per la trasformazione dei prodotti della montagna. Sono soltanto alcuni esempi di idee e progetti che potrebbero presto concretizzarsi in un vero e proprio percorso d’impresa grazie ad un bando del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 approvato dalla Giunta regionale (delibera n. 1147/2017) che stanzia quasi 1,7 milioni di euro per incentivare la nascita di start up ad alto tasso di innovazione nelle aree rurali dell’Emilia-Romagna in ritardo di sviluppo. Si tratta delle cosiddette zone D del territorio regionale, che abbracciano l’intera fascia appenninica di montagna, da Piacenza a Rimini, per un totale di 103 Comuni interessati.
Obiettivi e scadenze
L’intervento, che consiste nella concessione di un premio d’avviamento una tantum di 15mila euro, dà attuazione alla Misura 6 del Psr (tipo di operazione 6.02.01) e ha come obiettivo quello di favorire l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e stimolare lo sviluppo economico nelle zone marginali attraverso il sostegno finanziario a iniziative imprenditoriali per la creazione di nuova occupazione e il mantenimento del tessuto sociale in aree a forte rischio di spopolamento come quelle di montagna, penalizzate da condizioni di vita e di lavoro più difficoltose e pertanto bisognose del supporto delle politiche d’intervento della Regione. Le domande di sostegno vanno presentate dal 21 agosto e fino al 17 novembre prossimi utilizzando il Sistema informativo Agrea (Siag).
“Con questo iniziativa- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli– offriamo l’aiuto concreto del Psr per promuovere la nascita di nuove imprese individuali extra agricole in zone particolarmente disagiate che soffrono per le scarse opportunità di lavoro e di servizi e dove pertanto più incisivo dev’essere il supporto della Regione”. “Si tratta di un ulteriore tassello- aggiunge l’assessore- che va ad aggiungersi agli altri interventi avviati negli ultimi anni per colmare il gap che ancora separa le aree di svantaggiate montagna da quelle a maggior indice di sviluppo socio-economico. Con il budget a disposizione vogliamo incentivare la diversificazione del tessuto economico e favorire il decollo di nuove iniziative imprenditoriali, con precedenza a quelle particolarmente innovative”.
Chi può partecipare al bando
L’avviso pubblico è riservato a persone di maggiore età, con esclusione dei pensionati, che non siano stati titolari o contitolari di un’impresa nell’anno precedente e che risultano iscritti all’Anagrafe regionale delle aziende agricole. Per partecipare al bando gli aspiranti imprenditori devono presentare un Piano di sviluppo aziendale (Psa) di durata biennale per la costituzione di una ditta individuale in un settore diverso dall’agricoltura e che rientri nella definizione di “micro impresa” secondo la normativa Ue (meno di 10 dipendenti e con un fatturato e/o bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro). L’impresa, che può consistere anche nell’esercizio di una libera professione, dovrà avere sede legale e operativa in uno dei comuni situati all’interno della zona D.
Le spese ammissibili
L’aiuto regionale consiste dunque nell’erogazione in un premio unico del valore di 15mila euro, non cumulabile con nessun’altra sovvenzione concessa a qualsiasi titolo per la realizzazione del progetto. Tra le spese ammissibili figurano ad esempio quelle per la costruzione e/o ristrutturazione di immobili ad uso produttivo; l’acquisto di macchinari ed attrezzature, impianti di lavorazione/trasformazione dei prodotti aziendali; costi di informazione e comunicazione per la realizzazione di pubblicazioni ad hoc o per l’acquisto di spazi pubblicitari; canoni di affitto di locali e rate dei mutui; realizzazione di siti web, acquisizione e sviluppo di programmi informatici. Non sarà riconosciuto alcun premio se l’ammontare della spesa è inferiore ai 15mila euro.
I criteri per la formazione della graduatoria
L’istruttoria delle domande dovrà concludersi entro il 30 marzo 2018. Nella concessione degli aiuti si procederà secondo l’ordine di una graduatoria unica regionale stilata in base ad una serie di priorità riferite alle caratteristiche sia dei beneficiari, sia dei progetti presentati. Per il primo aspetto precedenza agli under 35 e al fattore donna, a chi si trova in stato di sottoccupazione o disoccupazione o ha un reddito molto basso. Per il secondo aspetto i punteggi più elevati saranno attributi guardando appunto al grado d’innovazione dei progetti, alle ricadute occupazionali e alla sostenibilità energetica ed ambientale degli interventi.